Mich.Lombardo MixedMediaProjects
Artista, Caltanissetta, Italia, iscritto 9 anni fa
La miniera di Pasquasia, situata a circa 18 chilometri da Enna, è uno dei siti più pericolosi della Sicilia. Oggetto di studio di commissioni speciali, la miniera fu una delle cave più produttive d’Europa per la produzione di solfato di potassio (utilizzato per i fertilizzanti agricoli) e attiva dal 1959 al luglio del 1992, quando fu improvvisamente chiusa dall’Italkali per motivi ancora non chiari.
A parlare per primo dei fatti oscuri sulla vicenda è stato il pentito di mafia Leonardo Messina, caposquadra nella miniera. Nel giugno 1992, Messina raccontò al giudice Paolo Borsellino che le gallerie sotterranee dell’impianto erano utilizzate per «smaltire scorie nucleari».
Una Commissione d’inchiesta, avendo visitato la miniera, ha rinvenuto all’interno diverse centinaia di fusti, bidoni, recipienti, serbatoi e di liquidi vari, ma anche rifiuti speciali.
Cosicché le prime analisi delle autorità sanitarie locali rilevano nella miniera la presenza di Cesio 137 in livelli superiori alla norma.
Gli studi statistici parlano di un aumento del 20 per cento dei casi di leucemia e tumori.
All’inizio del 2011, un fatto sorprende tutti: Italkali e Regione Sicilia firmano un accordo per riaprire la miniera al termine della bonifica e riavviare l’attività estrattiva, stavolta per la produzione di magnesio metallico.
Gli scatti, prodotti nel 2015, sono stati realizzati in analogico, con l’utilizzo di una pellicola a colori scaduta. Essi non hanno il compito di registrare qualcosa di scientifico, ma di fermare una scena dove il paesaggio non è più, insieme, bello, buono e sano come vorrebbe la terra del mito di Demetra.
Questo primo polittico tenta di restituire allo spettatore lo scarto tra l’equilibrio della natura che circonda il sito minerario, e la malefica e opaca azione degli “umani” veleni.
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