Le fotografie bianconero "I mitici anni 70!" sono immagini del "neorealismo”, all’inizio degli anni 50 vennero abbandonati i canoni del pittorialismo, che si rifacevano appunto alla pittura e la fotografia trova la sua strada. Il Neorealismo, quello più popolare riguarda l’ immagine mobile, le pellicole bianconero degli anni 50 con “La Commedia all’italiana” raccontano scene di vita reale. La stessa cosa si verificò con l’immagine fissa, la fotografia, con i grandi maestri di quegli anni. Queste immagini si rifanno appunto al neorealismo fotografico, scene di vita prese dalla strada. Non era una fotografia facile, niente messa a fuoco automatica, si usava il telemetro oppure si stimava la distanza “a occhio” e si riportava sull’obbiettivo, dopo la messa a fuoco avveniva la misurazione della luce, molte macchine fotografiche non avevano l’esposimetro incorporato, esisteva l’esposimetro esterno, si rivolgeva verso il soggetto, si sovrapponevano gli indici e si riportava la “coppia” tempo/diaframma sulla macchina fotografica, poi avveniva lo scatto. Anche le pellicole avevano i loro problemi, scarsa sensibilità e una grana vistosa. Si poteva ovviare alla luce scarsa, nel caso di interni, con il flash, non quello elettronico, ogni lampo si buttava la lampadina vecchia e si inseriva la nuova. Fare una foto tecnicamente perfetta, cioè con il soggetto a fuoco e ben esposta non era facile e per attenuare gli errori dell’esposizione poco precisa, le pellicole non erano molto tolleranti, ci si atteneva ad una regola semplicissima ma efficace; ”Esporre per le ombre e sviluppare per le luci.” Le foto bianconero del neorealismo hanno però fatto la storia della fotografia. Purtroppo questo tipo di immagine è scomparsa. Il giornalismo ha abbandonato l’immagine fissa sostituendola con brevi filmati, spesso fatti con i cellulari. Anche i grandi fotografi sono scomparsi. Queste foto sono state prese tra l’inizio e la fine degli anni 70 e mostrano come si viveva allora. Nelle foto, tecnicamente scarse, se paragonate a quelle digitali, si ricercava però una composizione armoniosa con un taglio preciso, molta importanza avevano la luce e le ombre. Ultimamente non si punta più sul contenuto, non si racconta qualcosa, si vuole, anzi, si vorrebbe stupire con gli “effetti speciali”, in sintesi le belle fotografie, quelle da appendere, non esistono quasi più, esistono invece, nelle memorie elettroniche dei telefonini e delle macchine fotografiche digitali un numero enorme di file, questi oggetti, superelettronici, sono in pratica i cimiteri della fotografia.