NETWORK 15013 Visto da lontano appare un corpo unico, trasparente, ondulato come un serpente. Sottili e verticali barre di metallo lo sostengono formando degli spazi mobili e concatenati. Sono popolati da figure che hanno qualcosa in comune: fatte tutte della stessa fibra. Sembrano non distinguersi. Sulla rete di metallo trasparente stanno da sole e in gruppi, si fronteggiano, si osservano. Solo guardandole attentamente si notano le loro differenze fisionomiche. I cinque spazi curvi di cui si compone la scultura, ben definiti e insieme aperti, stanno simbolicamente per le diverse culture mondiali. La loro trasparenza fa sì che le persone possano vedersi nelle loro differenze, nei loro limiti. Così emerge qualche domanda sulle diversità, ma anche sulla somiglianza di quello che abbiamo di fronte. Internet sta creando un mondo sempre più trasparente e volendo si può vedere al di là dei propri limiti. Facciamo ogni giorno l’esperienza sempre più forte di un’interconnessione volontaria o no, sia come stati sia come individui. Il tempo attuale ci costringe a mettere in discussione i nostri confini fisici o mentali e superarli in conseguenza. La mia scultura sta parlando esattamente di questo: parla di aperture spaziali e mentali. Muovendosi insieme si crea più facilmente un futuro che -come da sempre- è da inventare nuovamente, da definire e da sviluppare.