La possibilità di aggregare e analizzare grandi quantità di informazioni sta cambiando il mondo. Il mito secondo cui esiste uno spazio virtuale e autonomo dove è possibile avere più privacy dalle istituzioni sociali e politiche è morto. In un mondo in cui i dati sono merce, non c’è legge che possa difendere la libertà di internet. Serve una visione più nitida dell’apocalisse che ci attende per poter comprendere il bizzarro linguaggio della “sovranità dell’informazione” e affrontare le tentazioni del consumismo informativo.