Andrea da Montefeltro
Artista, Urbino, Italia, iscritto 11 anni fa
Sia l'opera che la volontà di donarla a Papa Benedetto XVI sono giunti attraverso visioni notturne nel 2008.
La
croce è di stampo gotico, ed è incuneata alla base a rappresentare il
sacrificio di Cristo sulla terra, inoltre abbiamo l’esaltazione della
duplicità. Questa croce, infatti, deve essere vista anche come spada.
Una spada conficcata nella roccia della terra, che la spezza,
simboleggiando così la fine e un nuovo inizio.
La base della croce presenta una lavorazione che cerca di
emulare un minerale, la pirite. Questo minerale simile per lucentezza all’oro
non presenta nessuna delle proprietà del prezioso metallo, per tal motivo gli
antichi erano consueti definirlo il falso oro.
Per questo motivo questa croce/spada è come se volesse spezzare
le false certezze dell’uomo il falso oro i falsi valori.
Sulla sommità la croce presenta il cerchio celtico per ricordare
la continuità della vita nel tempo e la presenza di Dio sulla terra.
Tale cerchio è caricato da sette occhi, i quali vogliono
rappresentare in modo duplice i sette sigilli e l’agnello con i sette occhi che
simboleggia colui che è ritornato dai morti.
Al centro il cuore sacro di Gesù donato in sacrifico per gli
uomini, la sofferenza e la passione della croce vengono rappresentate dalle
spine che contornano le linee di tutto il pezzo, fatta eccezione dell’elsa
della spada, per evidenziare che le spine appartengono alla natura umana e non
nella casa di Dio.
Nella punta della croce si ritrova il nodo dell’apocalisse, esso
in modo simile alla croce ha significato di salvezza per i meritevoli e di
unione tra il mondo terrestre e celeste.
Il nodo di S. Giovanni vuole inoltre sigillare la presenza di
Dio nell’opera.
Nella parte posteriore,
centralmente viene raffigurata la caduta della nuova babilonia, la quale
inizierà con l’avvento di una meteora.
Nei 4 cerchi latero-posteriori si trovano i quattro esseri della
corte celeste: l’aquila, il vitello, il leone e l’uomo; ognuno di essi scritto
nella lingua runica. Questi esseri in modo, simile all’agnello dai sette occhi
che raffigura il cristo che si è sacrificato per gli uomini, presentano sette
corna e sette occhi, questi a rappresentare l’onnipotenza e l’onniveggenza.
Ognuno di questi cerchi si trova interlacciato agli altri da cordoni tesi da
Dio con lo scopo di presiedere al suo operato. Essi infatti sono coloro che
operano per mano sua, l’unione con dei nodi sigillano la capacità di potenza e
l’onnipresenza di Dio.
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Questa croce come ogni mia opera è frutto di visioni notturne
che da sempre sono presenti nelle mie opere , cerca inoltre di essere completa
sia sotto una visione simbolica sia per quanto riguarda le tecniche di
scultura, volendo di fatti riunire in unico pezzo tutte le tecniche esistenti,
bassorilievo, altorilievo, tuttotondo e incassato.
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