Incubus dal latino incubare (giacere sopra), in italiano come in inglese vuol dire incubo, trova duplice significato scomposto in due parole “in-cubo”. In questa parola vi è tutto il significato del progetto di Simon Troger. Sono cubi formati da gabbie reticolari di legno, che includono gli “uomini perfetti” in legno combusto. Il contrasto tra il legno naturale chiaro e il nero nefasto della combustione è netto, ne sono i colori propri della stessa materia. L'uomo “perfetto” nella sua rappresentazione stilistica lineare e razionale, che riporta le misure proporzionali basate sul Canone di Policleto, è stato bruciato dalla sua stessa razionalità, nel voler costantemente inseguire un livello di perfezione assoluta, costruendo intorno a sé il proprio mondo perfetto, che altro non è che una mera gabbia. Distopia o realtà? Parlano del mondo effimero, in cui la corsa verso il grado di perfezione ideale raggiunge un livello di autodistruzione inconsapevole, dove volere e avere costituiscono i piani verticali e orizzontali di una gabbia insormontabile e in crescita esponenziale. L'ossessione ne costituisce, non solo il gioco poetico e autodistruttivo descritto dall'artista come parte avvincente del significato del progetto scultoreo, ma anche una componente fondamentale per la costruzione seriale e razionale di ogni opera, e di tutte le opere, che possono essere raggruppate in un unico enorme cubo, e in cui i mondi “perfetti” degli individui creano un in-cubo ancora più grande e articolato. È un'opera che non smette mai di crescere.