Mi ha sempre affascinato l’idea di dare voce alle cose mute. I modesti oggetti che avevamo in casa mi restituivano una sensazione misteriosa, come se dietro la loro facciata in apparenza banale, custodissero un segreto.La mia ricerca parte da questa antica fascinazione. Con il tempo ho capito che le cose materiali trasmettono simboli immateriali cioè valori personali e al contempo sociali. Gli oggetti che costituiscono le mie ultime opere, dei galleggianti per la pesca ed il classico cornetto partenopeo, sono per me oggetti totem legati alla mia infanzia ma anche alla mia ‘napoletanità’.Ricordo me, bambino, andare a pesca con mio padre e l’amico Tiberio, la mia eccitazione nell’aprire segretamente la valigetta che conteneva i consueti oggetti da pesca che mi apparivano giocattoli colorati e preziosi; il cornetto, nella mia casa era un oggetto larico e per me tanto misterioso. Dalla mia napoletanità ho imparato che questi oggetti hanno anche un valore storico e sociale, in quanto il galleggiante è un oggetto essenziale per una città che si affaccia sul mare, ed il cornetto è per un napoletano l’oggetto magico per eccellenza. Per quanto concerne l’impostazione estetica delle opere , ho tratto spunto dai bestiari di Boschiana memoria , nondimeno dalla mia grande passione per l’Ornitologia e l’Etologia. Vorrei concludere con una citazione tratta da La vita delle cose di Remo Bodei, che bene racchiude il fine al quale mira la mia ricerca : “Salvare gli oggetti dalla loro insignificanza o dal loro uso puramente strumentale vuol dire comprendere meglio noi stessi e le vicende in cui siamo inseriti, giacché le cose stabiliscono sinapsi di senso tra i vari segmenti delle storie individuali e collettive , sia tra le civiltà umane e la natura”.