“Per me, le fotografie di paesaggi devono essere abitabili, e non visitabili. Se osservo bene in me stesso, questo desiderio di abitazione non è né onirico né empirico; il mio desiderio è fantasmatico, esso nasce da una sorta di veggenza che sembra portarmi avanti, verso un tempo utopico, o riportarmi indietro, non so verso quale regione di me stesso (…). Dinanzi a questi paesaggi prediletti, è come se io fossi sicuro di esserci stato o di doverci andare. Ora parlando del corpo materno Freud dice che “non c’è nessun altro luogo di cui si possa dire con altrettanta certezza che ci siamo già stati”. L’essenza del paesaggio (scelto dal desiderio) sarebbe allora questo: heimlich, che risveglia in me la Madre (niente affatto inquietante).” Roland Bartes – La camera chiara -