Cristina Papi
Artista, Firenze, Italia, iscritta 14 anni fa
Nel lavoro di Cristina Papi la dimensione affettiva, l'indagine dell'io e degli spazi domestici, l'attenzione al gesto nella sua dimensione di ritualità e all'oggetto in quanto sedimento di vissuto quotidiano e di memoria, conducono l'artista ad esplorare e trasformare, come in un procedimento alchemico, pezzi di mondo interiore, privato e personale. In un viaggio sentimentale à rebours Papi ricostruisce frammenti di un discorso e di un percorso psicologico ed emotivo grazie al quale instaura un dialogo senza soluzione di continuità tra passato e presente, particolare e universale, interiorità ed esteriorità. Il passato lascia tracce di memoria che diventano frammenti di una storia consegnata ad altri per potersi vicendevolmente conoscere e riconoscere in un'immagine riflessa allo specchio, aprendo un flusso di comunicazione con nuove storie ed esperienze in un gioco di rimandi e suggestioni moltepliciCon Arma Christi Papi combina suggestioni visive e sonore: foto, oggetti, carillon sono custoditi in teche trasparenti in quanto reliquie di una religione domestica, ex voto carichi di valenze affettive, ma anche sollecitazioni per una riflessione sulla storia del costume. La sottoveste, i bigodini, il brandello di una canottiera da uomo, la foto di un pranzo in famiglia alludono a riti familiari, alla ricerca tutta femminile della bellezza e della cura di sé nello scorrere tra le pareti domestiche di giorni sempre uguali, ai giochi di ruolo tra donna e uomo, padre e madre, ad una intimità dietro la quale si cela tuttavia la complessità di un percorso non privo di spine per mantenere l'equilibrio, custodire l'ordine, conciliare la sfera privata con la dimensione pubblica, il visibile con l'invisibile, il detto col non-detto. Creando uno spazio in cui chi guarda è sempre accompagnato a vivere le proprie storie e ad immaginare le proprie presenze, Cristina Papi invita lo spettatore a partecipare, a girare la manovella dei carillon perché ognuno possa riconoscere e ricordare la propria musica, concedendosi la possibilità di perdersi nel flusso della memoria per tutto il tempo che vuole. Federica Mascagni
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