Ho deciso di allegare insieme alla mia opera SALOME' anche un portfolio dove poter vedere il suo studio fotografico di base (in bianco e nero) da cui sono partito e un secondo passaggio prima del colore con già alcune modifiche sulla foto originale. Faccio questo per due motivi essenziali: primo per far capire a chi osserva il mio lavoro che questo nasce da un mio preciso percorso creativo e compositivo iniziato nel 1990 che comprendeva un lungo lavoro non solo di ideazione e progettazione che sfociava nello scatto fotografico ma anche il successivo lavoro (sempre da parte mia) di sviluppo in camera oscura, sia del negativo che della stampa, la quale poi veniva scannerizzata e portata nel computer per essere lavorata digitalmente e secondo perché con la Salomé si chiude anche il periodo legato all'uso della fotocamera analogica (Hallselblad 6x6 e Nikon F3) e il mio definitivo utilizzo della fotocamera digitale. Lo scatto fotografico in bianco e nero rappresenta, nel mio concetto di Pittura Digitale, il disegno o lo schizzo dell'opera pensata, partendo dalla realtà. Un disegno di luce che una volta scannerizzato verrà successivamente colorato e manipolato digitalmente col computer quale contemporanea tavolozza dei colori. Quindi l'incarnato della principessa piuttosto che l'abito che indossa o il colore dei capelli del profeta e il suo sangue che cola dal suo collo tagliato sono frutto di una esclusiva ricerca cromatica, compositiva e pittorica ottenuta esclusivamente con l'uso del computer e senza nessun ritocco o intervento post produttivo sull'immagine finale e definitiva. Le foto studio in bianco e nero ci fanno vedere come la veste di Salomé (come la sua testa nel secondo passaggio), tutti i gioielli, il braccio che tiene il giglio e il bacile sotto la testa di Giovanni Battista sono stati creati o aggiunti o modificati a posteriori nel computer in sede di composizione dell'opera. Aggiungo anche l'immagine della Salomè Persephone che è una versione parallela e mai realizata, dove vediamo Salomè, come novella Persefone, con in mano, al posto del giglio, un melograno, frutto legato alla seduzione da parte di Plutone che donandolo alla figlia di Demetra la lega a sé per farne sua sposa e regina dell'Ade. La scena é immersa in un'atmosfera cupa e misteriosa che esalta maggiormente l'elemento Thanatos rispetto a quello dell'Eros che abbiamo nell'altra versione.