RIFLESSIONI ATTORNO AL NUOVO CICLO PITTORICO “HIC SUNT LEONES” SIGNIFICATI SIMBOLICI RELATIVI ALLA “PIETRA”, SOGGETTO PRINCIPE DEL CICLO “HIC SUNT LEONES”. -primo strumento di offesa: La pietra è usata da CAINO per uccidere ABELE, compiendo così il primo omicidio e allo stesso tempo il primo fratricidio della storia (tradizione giudaico-cristiana). -strumento mediante il quale (con l’ingegno tipico del mito e dell’eroe) il piccolo può avere la meglio sul grande. DAVIDE e GOLIA. -primo “strumento” vero e proprio creato a partire da pietre e utilizzato dall’ HOMO ABILIS per cacciare (selci) e tagliare carni e pelli. -lo strumento che permette per la prima volta all’uomo di “creare” il fuoco (mediante pietre focaie) anziché doverlo mantenere acceso una volta “trovato”. -materia prima per la costruzione-modificazione di una prima abitazione-caverna. -materia, con il carbone, usata per le prime creazioni estetiche prive di una funzione pratica. La nascita del bisogno dell’uomo di “fermare” sulle pareti o sulle rocce, idee, storie, richieste-preghiere. La nascita dell’arte, in sostanza. -Considerando la deriva politica, sociale e morale attuale, unita alle nostre straordinarie possibilità distruttive (frutto solitamente del genio di un singolo e travisate da una comunità), e il nucleare rimane simbolo della nostra incredibile capacità di auto distruggerci, è facile ipotizzare un ritorno alla pietra (più che alla clava) come fulcro di un tempo che da liquido si farà gassoso. Uno scorpione pronto a pungersi la schiena nonostante il fuoco permetta numerose vie d’uscita (ma questo è un altro quadro…) Tutto questo, una volta portato nel mio fare pittura, si traduce in immagini (iperimmagini) frammentarie, policentriche (urbanistica) fatte di satelliti, frammenti, pensieri, poesie, libere associazioni, locuzioni latine. Una componente fondamentale del ciclo H. S. L., parte da immagini preesistenti, prese da quel flusso ininterrotto di proposte pubblicitarie nel quale l’uomo contemporaneo è catapultato suo malgrado dalla culla alla tomba. I supporti sono cartelloni pubblicitari di prodotti farmaceutici (che, come l’arte, si penserebbero estranei alla dittatura del marketing e del commercio. vedi la relazione: AIDS - PAESI POVERI - DITTE FARMACEUTICHE La pittura lascia emergere solo alcuni elementi dell’immagine pubblicitaria, il resto viene dipinto come una tela. La tecnica utilizzata, che prevede una continua partita col caso (o con gli dei), ed il ricorrere ad immagini preesistenti, danno vita al concetto di PITTURA-LIQUIDA-DELEGATA. La componente casuale ha una notevole rilevanza nel mio lavoro già da diverso tempo. Il medium utilizzato (un mix di olio di lino, essenza di trementina e vernice) e il mio modus operandi creano delle textures che si modificano colando lentamente per oltre due giorni dando vita ad immagini impossibili da controllare totalmente. Il risultato è quindi sempre una sorpresa frutto di un azzardo. I tempi molto lunghi di realizzazione fanno si che il quadro sia frutto non solo di una singola idea, ma di tutte le suggestioni date in primis da poesia, letteratura e saggistica, oltre naturalmente alla musica. La poesia di Bukowski ha per me un ruolo fondamentale, soprattutto le due ultime raccolte. Le parole si traducono in immagini, associazioni, pensieri e rimandi ad altre opere o immagini. La poesia di Bukowski, e quella di Carver sono fonti inesauribili di senso. Altre figure influenti nel mio lavoro, anche se più da un punto di vista teorico, sono Bauman eAugé. I concetti legati al non-tempo di Augé, e, soprattutto l’idea di indeterminatezza assoluta della società contemporanea, l’assenza di valori assoluti o anche solo durevoli, alla base della idea di modernità liquida di Bauman hanno dato una direzione alla mia deriva. La pittura vive oggi una lunga fase di stallo dovuta principalmente ai limiti tecnici del medium in relazione alla sconcertante evoluzione di scienza e tecnologia. La pittura importante è stata, nella storia portatrice di prodigi ed incanti; la cappella degli Scrovegni di Giotto dava forma a ciò che non era minimamente immaginabile. La cappella Sistina ha portato in terra l’idea astratta di divino e di creazione. Nulla neanche lontanamente paragonabile con la grandiosità e gli inganni del medium. Picasso nel 1907 si trova nell’impossibilità di far “competere” le sue immagini con la fotografia e da vita al cubismo… Questi sono solo pochi esempi di quanto la pittura abbia avuto per secoli il ruolo di portare avanti l’uomo destabilizzandone saperi e certezze. Oggi vedo nella pittura un ruolo diverso da quello che ha sempre avuto; qualcosa in grado, come la poesia, di dar vita ad una serie di associazioni e idee prive di un pensiero forte o unico ma ricche di imput per il fruitore. La bellezza estetica non ha una ragione d’essere oggi, e questo è forse l’ostacolo più grande per un consapevole pittore italiano. L’immagine nel suo complesso non ha un soggetto né vi sono elementi principali o secondari. L’importanza del suo essere policentrica sta proprio in questo. Ogni parte concorre non al tutto ma alla creazione di altro, altre variazioni di senso. Il pittore oggi non può essere un traduttore capace (e spesso capacissimo) di trasporre su una tela un’immagine fotografica, che spesso si limita a selezionare. L’arte oggi deve tornare a guardare,con uno sguardo postmoderno alla parola scritta, non all’immagine. Non possiamo più essere “stupidi come un pittore”!