Visione, percezione, tatto, materia, natura e arte, quando si osservano le opere di Tommy Bonicelli si ha un cortocircuito intellettuale ed emotivo. Gli scatti fotografici servono all'artista da pretesto per l'incipit della sua opera. Per mezzo di un'istantanea poi rielaborata, Bonicelli reinterpreta attraverso un paziente lavoro di ricostruzione dell'immagine, le cose e le persone in movimento, rilevando forme e volumi, vuoti e pieni, luci e ombre. Il procedimento creativo conferisce tridimensionalità all’immagine restituendola munita di un nuovo corpo espressivo. Bonicelli in questo catalogo presenta la sua ultima serie di opere ( realizzate tra il 2016 e il ‘17 ) dedicate alla figura immersa nel paesaggio veneziano: la città di Venezia domina la scena e rappresenta il pretesto per indagare ed esprimere particolari aspetti tecnici e simbolici del suo lavoro. L'artista infatti genera un rapporto di similitudine e complementarità tra la tecnica da lui utilizzata e l'antica arte vetraria veneziana. Se è vero che il vetro è delle tecniche artistiche quella che presenta la maggior fragilità, è altrettanto vero che nelle opere di Bonicelli questa delicatezza viene negata e sostituita dall’infrangibilità del materiale plastico e gommoso impiegato per realizzare i suoi lavori che diventano il simbolo di una realtà in continuo mutamento. La superficie pittorica nelle opere di Bonicelli si esprime attraverso peculiari aspetti di matericità, creando coinvolgenti effetti luministici che rendono l’opera vivida e vibrante. L'effetto visivo dell'opera invoglia lo spettatore a scrutare i particolari: le prospettive, i movimenti di luce che rivelano i dettagli, il gioco creato dalla fluidità del materiale colato. La visione retinica invoglia a tal punto lo spettatore, che quest'ultimo è spinto dall’irrefrenabile desiderio di infrangere un tabù artistico e toccare l’opera d'arte per concludere l’esperienza e percepire così a 360 gradi l'opera.