Non sono un uomo d’estate. E questo, spesso, si riflette nella mia fotografia e mi spinge ad uscire di casa con la fotocamera al collo nelle giornate di pioggia e soprattutto di nebbia. Amo infatti la pioggia e la nebbia, creano davanti ai miei occhi di fotografo atmosfere magiche e malinconiche: la foschia, in particolare, smussa gli angoli aguzzi delle strade e dei palazzi, sfuma i contorni di oggetti e persone, e metaforicamente, nel mio immaginario onirico, smussa le lame affilate che inevitabilmente, nel corso della vita, crepano il cuore.