L'uccido tutti i giorni

L'uccido tutti i giorni

Pittura, Filosofia, Sacro / Mitologico, Simbolo / Lettera, Tecnica mista, 60x80x7cm
Volto del Cristo in primo piano in mosaico su foglia d’oro; parte alta a destra raffigurazione del Golgota con la croce; parte alta a sinistra rappresentazione del fulmine che oscurò il colle al momento della morte di Cristo circondato da stelle; parte inferiore destra rappresentazione dell’anima di ciascuno di noi e della maschera del male; in centro stilizzazione della croce uncinata in pietra Forrest brown; il tutto realizzato ad olio su tela con tecnica a spatola.
Descrizione dell’opera.
La croce per antonomasia , quella in cui Gesù si immolò per la redenzione degli uomini, simbolo della sua passione ed oggetto di culto per i cristiani, si sublima al momento della resurrezione del Cristo fino a scomparire, per essere ritrovata in ciascuno di noi nel momento del dolore, del tormento e delle tribolazioni di tutti i giorni: diuturni che accompagnano il cammino della vita.
Così come Gesù al momento del trapasso volge lo sguardo al cielo per ottenere rassicurazione e coraggio, anche la nostra anima nel momento di massima afflizione cerca qualcosa a cui aggrapparsi … un segno dal cielo che l’aiuti a superare un dolore lacerante.
Nell’ascendere al cielo il Cristo lascia dietro di se il male imperante sulla terra: lo stesso male che ne causò la morte, così come causò la morte fratricida dell’uomo verso l’uomo. Il male che si trincera dietro una maschera di buone maniere, conformismi e simboli che traggono in se stessi la giustificazione alle più grandi abiezioni umane.
Ecco, quindi, che la croce uncinata, segno simbolico che si ritrova presso molte popolazioni della preistoria fino in età storica, per l’errata interpretazione delle sue origini “arie” fu adottata come simbolo da vari movimenti antisemiti e dal nazionalsocialismo tedesco: il male si ritrova quindi nell’animo umano, nessun simbolo ha la capacità di trasformare l’uomo in animale, la strana mescolanza di bene e di male, di nobile e volgare, che è l’uomo.
Ma la croce, estensivamente parlando, può ritrovarsi anche nelle sbarre di una prigione, dove l’uomo sconta le sue colpe, volgendo lo sguardo al di fuori, agli spazi aperti , alla libertà. Tutto sembra essere perso, ma la croce, simbolo di liberazione e trasfigurazione, rende la vita qualcosa che vale la pena di salvaguardare.
Così la nostra madre terra, su cui era piantata la croce di Gesù, testimone silenziosa della crudeltà umana, è ferita dai suoi figli, noi, ogni giorno: la sfruttiamo, la calpestiamo senza ritegno, ne sperperiamo i frutti; e lei, come una qualsiasi madre ci sopporta e soffre in silenzio, speranzosa di vederci cambiare, di vederci diventare adulti e saggi.

Piace a 8

Inserisci commento

Commenti 8

Gaetano Salerno
12 anni fa
Gaetano Salerno Artista
bellissima opera complimenti!
Anna Gatto
13 anni fa
Anna Gatto Artista
Bella ed emozionante!
GIULIART
13 anni fa
GIULIART Artista
lo uccidiamo con lo smog
e con i rifiuti tossici ......
nel suo mondo creato cosi' bello ,
cosi' perfetto e profumato
quale era mille e mille anni fa .......
Innoccenza Alessi
13 anni fa
bELLA OPERA, COMPLIMENTI.
Arolf
13 anni fa
Arolf Artista
Bellissima opera, molto significativa!
Aurelio Buono
13 anni fa
Aurelio Buono Artista
notevole, l'espressione e la tecnica ... complimenti
Assunta Cassa
13 anni fa
Assunta Cassa Artista
Molto particolare!!!!
Teresa Palombini
13 anni fa
Molto bella!

Inserisci commento

E' necessario effettuare il login o iscriversi per inserire il commento Login