Spirito del vuoto
FRANCO LONGO
testo critico
di Rino Mele
Le rose, il sangue verde delle foglie, l'acqua degli steli, le spine.
Dipingere è cercare le dita della madre e succhiarle,
avidi, bagnarsi di latte le labbra, sporcarsi
gli occhi, guardare
e non vedere, sentire la bianca cecità
del nascere, dipingere è accecare la visione, tornare
leggeri verso la morte
vestita come la ragazza sognata quando l'alba
smuove ferocemente il sonno e ubriaca.
Dipingere è togliersi la pelle, graffiarsi, strapparsi
dalle ossa, vestire con maschere l'ombra, udire
le parole che il muro dipinto
non trattiene, e urla
piano. Dipingere è nascondere le immagini,
chiedere ad esse di tornare,
quando a sera tutto si confonde e pare che niente
possa accadere. Così la tenda più pesante
grava la mano che la tira. Dipingere è l'atto finale
di un sapiente guardare. Come un profeta
chiude gli occhi nel parlare -la visione lo acceca- così
un pittore
quando soave la corda nella sua polvere
lo trascina parla, senza parole, scrive mute figure,
la danza, il dolore che s'alza
tra i corpi costretti su un legno nero fermi,
a rappresentare l'astrazione del suono, il verbum
fatto carne e colore.
Commenti 0
Inserisci commento