La carezza del vetro
All’interno della teca si trova un corpo seminudo, nascosto nel buio.
Il corpo viene rivelato dalla video proiezione che ripropone il corpo virtuale del performer stesso, sulla propria pelle.
Il piccolo corpo virtuale si rivela prima nella cavita’ orale, per poi uscire e svilupparsi sul volto e nelle pieghe del ventre, danzando con il respiro del corpo.
Nei capitoli successivi i due corpi, virtuale e concreto tenderanno all’armonia.
Il corpo concreto che osserviamo è atrofizzato, vuoto, rispecchia la malattia dell’anima e la luce,
la sua cura.
Il piccolo corpo smuove il grande, lo attraversa cercando la cura.
Saremo spettatori del meraviglioso intervento dell’anima, del suo ritorno, la goccia vitale che satura le bianche ossa, prende forma dall’invisibile legame tra corpo e cielo, in un gioco di luci essenziale, preciso, nasce da un’architettura leggera di riflessi nel vetro, prende forma e si appoggia lentamente sul capo del bianco corpo che dorme, attraversandolo, carezzandolo dall’interno s’illumina e cresce, facendolo vivere.. vivere ancora.
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