Coazione IV
La narrazione porta a scoprire che il “paesaggio umano minore” prodotto dal singolo oggetto e da cataste di immondizia, è mutevole e transitorio e che l'umano in esso collocato (i performer e noi di conseguenza) non può che individuare degli oggetti, lavorarli e riappropriarsene per farne qualcosa. Che cos'è però questa cosa? Se non “coazione a ripetere”. È come se “l'umanità minore” non potesse che mimare “l'umanità maggiore” e ad essa omologarsi in piccolo, sguazzando nei “rimasugli della merce” invece che nel “luccichio del consumo”, lì o altrove, la disperazione del consumo rimane però inalterata. A meno che dagli oggetti dissotterrati da depositi o trovati sul letto del fiume e scelti, ripuliti, assemblati e riposizionati non nasca un'ulteriore possibilità: quella che dai“resti” porta al “resto”, ad un“altrove”, che segna una possibilità di riscatto (…).
Roberto Mastroianni
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