Blood island #1
Il corpo femminile è immerso quasi integralmente in un’acqua color rosso. Le membra sembrano sciogliersi nella fragilità mutabile del liquido in cui sono immerse mentre l’immagine è scomposta in un sezionamento, provocato da rispecchiamenti e riflessi, che vuole suggerire di non fermarsi all’analisi esteriore dell’opera. Sarebbe fin troppo ovvio affermare come l’acqua rossa evochi il sangue, cioè la nostra parte interiore. È possibile, però, sostenere che c’è qualcosa di più, cioè la volontà di trasportare la raffigurazione del corpo nella dimensione dell’indagine degli abissi più reconditi dell’Io, alla ricerca non della verità, ma di quelle zone segrete da cui fuoriesce il magma indistinto delle nostre emozioni soggettive.
© Maurizio G. De Bonis / © www.puntodisvista.net
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