Sottovetro affronta il tema del paesaggio indirettamente,Sono Immagini,in cui a soggetti legati al paesaggio e al mondo animale sono abbinati ritratti di persone intente a osservare con binocoli,carte geografiche,microscopi,qualcosa che sta lontano da noi,qualcosa che ci parla della distanza che l’uomo contemporaneo ha posto tra sé e la natura.Emerge un immaginario iconografico che non appartiene tanto ai modi della fotografia di paesaggio,legata all’esplorazione del soggetto attraverso la dimensione del viaggio,ma richiama piuttosto la lenta contemplazione dello spazio,propria del dipinto classico e romantico,ammiccando al vedutismo e alla sua staticità.La presenza umana,che nei dipinti agisce come misura della vastità,assume diversa valenza: non consente più al fruitore di proiettarsi nel paesaggio rappresentato, ostacolandone anzi la visione.Guardano, osservano e, deluse,voltano le spalle al pubblico.Tracciano con la loro coreografia muta una fenomenologia minima dello sguardo.La nostalgia per il tempo in cui la natura era tutta da esplorare è evocata dagli oggetti presenti nelle fotografie,che sovrapposti al ricordo dell’infanzia, trasformano le figure in allegorie di una purezza originaria,
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celeste,
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