“Siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose diloro e più lontane, non certo per l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti”. E’ un famoso aforisma di B. di Chartres (XII sec.) L’immagine proposta suggerisce una rilettura dell’aforisma. Il passato, nella veste del piccolo dinosauro giocattolo, è rimpicciolito e ridicolizzato a fronte di un gigante “uomo contemporaneo”. L’aforisma appare rovesciato: il passato è sulle spalle del presente. Il passato è nano, il presente è un gigante. Sembrerebbe non avere più valore l’aforisma di B. De Chartres e che il presente possa camminare da solo, sfrontatamente ignaro del lacsito di chi è venuto prima. L’antenato è diventato un simulacro, un pupazzo evocativo di qualcosa di cui non si riconosce più il senso. Nonostante le dimensioni però, a ben guardare, il dinosauro suggeririsce all’orecchio della giovane la strada. Allora forse, in una nuova veste, la voce di chi ci ha preceduto può riacquistare il suo valore di insostituibile fonte di progresso, in un gioco di ruoli tra storia di oggi e di ieri che cambia di continuo: chi è il nano? Chi è il gigante?
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celeste,
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