Se l’arte contemporanea può essere concettuale o poetica, materica o evanescente, sconcertante o rassicurante, quella di Federica è indiscutibilmente impasto di tutte e due, rimando a dolcezze e dolori, materia fredda e materia calda, luce e buio, cervello e pancia, trasformazione e rinascita. Infatti nell’opera dell’artista traspaiono la fragilità delle forme e una necessità intima e visionaria. Il suo taglio singolare e trasparente sta nell’inseguire il frammento ricercando il dettaglio, ingrandendo o rimpicciolendo il particolare, mettendo in mostra le tracce di un evento e materializzando il passaggio specifico di una storia. Gonnelli vuole mettere in scena il mondo naturale allestendo una camera delle meraviglie artificiale e bloccata, sotto tassidermia, ingrandita da fasci luminosi e teche trasparenti, anche attraverso la paziente pratica domestica, strumenti intercettati e intercettanti che mettono in connessione opere a parete, predisposte su piedistalli e poste singolarmente o assemblate a gruppi. Il sapore è quello della Madelaine di un tempo perduto, di una fiaba ancora da raccontare con i suoi titoli da Storia Naturale come Cristallidi e Paesaggi In-Situ. M.Cavallarin
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celeste,
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