Pixels luminosi, colorati, ma cosa accadrebbe se alcuni si spegnessero e attuassero una censura? Caselle nere oscurerebbero la visione completa e assoluta tanto desiderata dall’uomo, che deformerebbero l’informazione iniziale stravolgendone i significati originali. “Our Pix(S)elves” ruota attorno all’idea di visione, all’attraversamento di spazio e tempo. L’apparenza è un pixel, un velo che avvolge il reale. Cadono le distinzioni tra luoghi e tempi come nella nostra società globale. Tutto è visibile, mostrato, comunicazione. Non ci sono sbarramenti, tutto si apre alla vista come avviene nei social network dove ogni frammento di vita viene condiviso e quindi assorbito. La nostra vista si arricchisce di nuovi punti visuali grazie a motori di ricerca, mappe satellitari, foto e telecamere ci mostrano tutto ciò che la nostra vista desidera vedere e che non avrebbe mai immaginato. Dal nostro pc, si può dominare tutto. Utilizzando una proiezione sottolineo l’assenza reale del corpo e la presenza virtuale di un corpo. La cangiabilità nell’installazione è la stessa della nostra società basata sulla comunicazione, espressione e mascheramento dell’essere, alterazione, deformazione e censura.
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celeste,
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