Cento mani di bianco - Omaggio a Ciprì e Maresco e al loro "Totò che visse due volte"
Una tela bianca viene illuminata più volte da una luce fulminea che ci svela l'immagine celata sotto numerose mani di bianco.Si tratta della rappresentazione pittorica dell’ultima scena del film “Totò che visse due volte”: allegoria della crocifissione,causata dall’ignoranza e dal degrado in una Sicilia deliberatamente mafiosa. La morte della cultura e dell’umanità, un allarme che denuncia un clima post-umano.A dimostrazione di come quella realtà sia già nelle strade vi è la censura che ha seguito l’uscita del film della commissione di revisione cinematografica.Venne poi sbloccata in appello e il film uscì“solo”con il divieto di fruizione ai minori di 18 anni.Politici e varie associazioni cattoliche invitarono a boicottarlo.Pochissimi cinema lo proiettarono,troppo impegnati con film ben più volgari e violenti.
Per sottolineare ogni tentativo di nascondere “Totò che visse due volte” sul quell’ultima immagine ho passato 100 velature di bianco.L’immagine sottostante non è stata eseguita in modo sintetico ma elaborato in modo da provare io stessa il dispiacere per la sua cancellazione.Ogni velatura bianca rappresenta la censura e la denigrazione riservata ad ogni iniziativa culturale in Italia.
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