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Grafica Digitale, Figura umana, Computer graphics, 70x100cm
Questi autoritratti si configurano come un diario visuale che registra il conflitto lacerante tra l'interiorità e il mondo esterno, un esterno fatto di scarti e caos.
Nelle immagini si stratificano armonicamente le esperienze, le emozioni, le vicende intime e sociali che sono nascoste dentro questi piccoli luoghi fatti di scarti di pesci, di verdure ammuffite, di ferraglia arrugginita.
Sopravvivendo in un sistema in crisi che genera molteplici luoghi transizionali, l'individuo viene investito, abitato, distrutto e rigenerato continuamente da tutto ciò che lo circonda. Qui nasce la scelta di sovrapporre e proiettare sul mio corpo quello che la società rifiuta. I rifiuti sono lo specchio della società odierna che prima produce e subito dopo rinnega ciò che ha generato.
Nelle immagini si nascondono le inquietudini più profonde, urla strazianti, luoghi onirici, metamorfosi, decomposizioni, brandelli di vita reale.

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