Senza Titolo
Tutta la forza emotiva del soggetto rappresentato si concentra nello sguardo: uno sguardo intimo - vero - lo sguardo di chi è solo, sospeso nel tempo, di chi non sa di essere osservato e lascia cadere tutte le sue difese, di chi sembra fissare lo spettatore ma in realtà guarda se stesso, di chi è intimamente lacerato da conflitti, insicurezze, fragilità - uomo o divinità che sia.
Nel suo sguardo senza maschere, sbarrato ma cieco al mondo, “Senza titolo” riflette il dramma universale dell’esistenza umana, la solitudine di Ulisse, lo sgomento di Dedalo, l’attonimento del Cristo tradito, l’ansia e lo smarrimento dell’uomo moderno spersonificato, la disperazione del perseguitato politico o dello schiavo di tutte le epoche, razze e fedi.Cerco di fissare l’istante in cui un volto o un corpo si rivela epifanicamente: illuminato da un bagliore improvviso, da una folgore poco prima che si scateni una tempesta, come se qualcosa di terribile o di meraviglioso stesse per accadere o accadergli.
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LUCIA GHIRARDI
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