Villa Borghese
Il materiale che ho scelto come supporto di quest’opera è la carta da forno: un oggetto che ho sott’occhio tutti i giorni, in cucina, luogo simbolo della casa. Questo oggetto racchiude in sé tutto il positivo delle mie giornate, è il simbolo dei legami che ho con le persone a me care e vicine, e di quelle lontane.
A volte le giornate si allungano, sono difficili, e così quel semplice oggetto diventa qualcosa di positivo e di negativo al tempo stesso, e la casa diviene il punto da cui si vorrebbe fuggire, evadere, anche solo per un poco.
Per questo le strisce sono disposte verticalmente, come a creare delle fragili sbarre, un sottilissimo muro vibrante, che si agita con un soffio di vento, o al passaggio di qualcuno.
Così come si agitano al vento le chiome degli alberi di Villa Borghese, a Roma: questo il soggetto da me scelto, perché quotidiano e anch’esso per me significativo. I secolari pini marittimi del giardino sono grigi e argento: da ruvidi e robusti si fanno leggeri e immateriali, lievi sagome in cui la pennellata si fa tronco, ramo, foglia in uno spazio ideale, senza punti di riferimento.
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