Shooting Stars
Le stelle, si sa, dalla città non si vedono più. Ma la metropoli, con le sue luci che brillano tutta la notte, vista dal cielo può sembrare lei stessa una stella caduta come un angelo precipitato dall’empireo agli inferi. Oppure, se la si osserva un poco più da vicino, sovrastandola a volo radente o guardandola dalla cima di un grattacielo, può apparire un labirinto di costellazioni rimescolate caoticamente da uno tsunami celeste o dai capricci di un dio dispettoso che si diverte a giocare a biliardo con gli astri.
Nell’opera di Emanuele Dottori il cielo è annerito e oscurato dai bagliori effimeri emanati da quei surrogati di stelle che sono i lampioni, le illuminazioni dei condomini, i fari delle automobili, le insegne dei bar, i laser delle discoteche.La visione d’insieme avvolge lo spettatore e la prospettiva scelta da Dottori offre uno spicchio di paesaggio urbano che potrebbe estendersi all’infinito.
©Michele Tavola 2011
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