Ottavia Web City
L’opera “Ottavia Web City” è incentrata sul significato metaforico giocato tra: “rete internet (testimoniata dal simbolo nero @ dipinto)”, la “rete da pesca (testimoniata da veri brandelli incollati di rete strappati)” e l’illustrazione grigia di fondo che raffigura una grande ragnatela su base bianca (vera trappola sospesa sull’abisso - come indicata anche da Calvino nella sua Ottavia “città-ragnatela”).
L’insieme di tutto questo porta lo spettatore a soffermarsi e gradire l’opera, percependo da subito pulizia, ordine ed equilibrio, e solo dopo (se lo vuole!), fruire del vero messaggio di fondo, ossia che le fondamenta della nostra civiltà sono sostenute dall’incertezza e proprio per questo le nostre vite si poggiano su un’equilibrio globale.
Come nella “rete web” si celano sia grandi fortune e saperi che grandi piaghe dell’essere umano o truffe colossali; come nella rete del “pescatore di Burano” da sempre ci possono essere grandi quantità di pescato o grandi delusioni per tanto lavoro mal ripagato dalla sorte o dalle asperità del territorio; come per la giustizia degli uomini che è simile alla tela del ragno “il calabrone può passare ma il moscerino si impiglia”. L’opera così invita a prendere coscienza dei limiti dell’uomo e dei limiti delle proprie città che sono le sue proiezione nel quotidiano, il luogo in cui si svolge la vita.
Leopoldo Zaffalon, alias Leo Zaff.
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Ciao,
Lino
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