Rien ne va plus
Due porte bianche chiudono e aprono una stanza simbolica, uno spazio sacro, percorso da un filo rosso sospeso nel cielo e riflesso sulla terra.
Il visitatore può sperimentare il viaggio proposto dalle artiste entrando nella loro “stanza” e giocando la parte del funambolo che cammina su un filo rosso, nella realtà solo il riflesso confuso di un filo rosso; sospeso in un cielo che è solo l’immagine riflessa e distorta del cielo; in una stanza, che è solo lo specchio del reale.
La materializzazione di un sogno? Un percorso iniziatico? Una metafora dell’esistenza? Un gioco sentimentale? Il visitatore sperimenterà sulla sua pelle il significato dell’installazione.
E' una “stanza dell’essere” che gioca con i concetti di “dentro” e “fuori” attraverso l’uso di archetipi quali il varco, lo specchio, il filo rosso, il cielo (di Trii), il funambolo (il visitatore stesso).
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