ACQUARIO
L’acquario ha il potere di rapire l’attenzione e trasportare l’osservatore in un’altra dimensione fatta di silenzi, di proporzioni falsate, di sensazioni attutite e trasfigurate.
L’apparenza inganna l’occhio laddove anche il pesce più piccolo si finge grande e si pavoneggia nella frenesia dei movimenti illudendo chi guarda attraverso il vetro.
È la metafora del vivere quotidiano in cui l’individualismo e la difesa del proprio spazio, apparentemente confortevole, ribadiscono solo una grande solitudine.
Ritorna l’eterno dilemma, quello tra finzione e realtà con l’inesorabile verdetto finale: l’impossibilità di una conoscenza oggettiva della realtà.
Eppure in quel mutismo liquido fanno rumore pensieri e parole non dette e, ad ogni piccolo ondeggiare, una sensazione, anche un piccolo fremito, riempie il silenzio.
Lo spettatore è immerso in questo mondo-opera d’arte, lo esamina attentamente dall’interno e ne coglie quell’aura irripetibile del qui ed ora, l’hic et nunc, ma è proprio in questa trasposizione che ha la possibilità di vivere l’attimo ed afferrare il senso di sospensione ricevendo un dono: la possibilità di liberare se stesso.
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Maria
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