Bnc06
“Il corpo d’altri è presente non come pura cosa del mondo, ma come negazione radicale della soggettivitá della coscienza. Io non sono di fronte al corpo d’altri come di fronte alla pietra, all’albero o all’animale, perché il corpo d’altri mi guarda, e lo sguardo dell’altro, come ci ricorda Sartre ha il potere di possedermi, di catturare la mia soggettivitá fino a ridurmi a oggetto del suo spettacolo, fino a vedermi come mai io mi son visto e come mai mi vedró” , quello che propriamente sono è ció che nessuno ha mai visto realmente, perché la veritá assoluta mia e “dell’altro”, è l’unitá della molteplicitá aperta e infinita delle mutevoli esperienze proprie e altrui.
Noi esistiamo perché ci comprendiamo nel mondo. L’estinguersi di questa comprensione è l’estinguersi dell’esistenza. Il nostro essere e il nostro apparire fanno dunque tutt’uno.
U. Galimberti, Il Corpo
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