la carne delle nubi, IV
Porto oscuro
di Mark Strand
(cap. XI)
Tanto tempo è passato eppure pare
Ieri, nel momento più nel cuore dell’estate,
quando percepimmo la scomparsa del dolore,
e vedemmo oltre i muri scabri di pietra
la carne delle nubi, appesantita dal profumo
del deserto del sud, sollevarsi in un generoso
traboccare di mitezza. Pare ieri
che stavamo presso il cancello di ferro in centro
città mentre il respiro gonfio di polline
del vento trascinava l’ombra delle nubi
attorno a noi perché sentissimo la forza
della libertà mentre ancora prigionieri del buio.
E poi quando la pioggia cadde ad allagare le strade
e sentimmo sgocciolare sul portico e il vento
che faceva frusciare le foglie come carta, come spiegare
la contentezza allora, il modo speciale in cui le voci
cancellavano ogni segno del dolore che era stato,
la sua violenza, i suoi terribili presagi di fine?
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