Relation

[...] Nonostante non vi sia una storia che supporti l’immagine, è tuttavia attraverso il video-processing della scrittura e del colloquio fuori campo tra “Lo straniero” e Teeteto (tratto dal “Sofista” di Platone), che “Relation” propone un ritmo che rimanda ad uno degli aspetti del narrare, un narrare che non è storia per immagini in quanto si avvale di una struttura significante che passa attraverso la parola non semplicemente come corpo sonoro ma come atto semiologico, e la scrittura mostrata adottando un principio di successione e di pausa visiva.
L’immagine è scarna, in bianco/nero, un’inquadratura fissa sul movimento del tergicristallo di un’auto che “lava via”, modula secondo cadenze precise l’emergere e lo scomparire delle parole, l’emergere e lo scomparire del portato concettuale che esse veicolano.
Annamaria Di Giacomo si affida al rimando della metafora per affermare che diversità, dissomiglianza, alterità sono frutto dell’urgenza del confrontare qualcosa o qualcuno, di un confronto tra due stati, tra due elementi, tra due individui. In realtà tutto è diverso e per questo tutto è uguale: la differenza è un fondo vuoto e la sua ricerca un tentativo inutile.

FIAMMETTA STRIGOLI

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