"senza titolo"

"senza titolo"

In che termini si può definire il disorientamento della percezione derivante dal connubio reale/virtuale?
Ho cercato di sondare il quotidiano sfasamento vissuto in questo senso con una ricerca visiva che coinvolge la sfera del reale, attraverso luoghi in cui è più facile trovare una correlazione con le esperienze riguardanti il mondo virtuale.
La contemporaneità è cosi raffigurata come un patchwork di dettagli discordanti e ambigui, autoreferenziali, intrusioni grottesche dai ritmi sovrapposti e assonanti, senza più regole, dove domina l'inerzia di un mondo che si consola nella sfavillante immagine di sé stesso.
L'attenzione si rivolge soprattutto a quegli spazi del consumo, contenitori multiformi in cui la struttura estetica creata dalle superfici riflettenti e scintillanti immerge l'individuo in una dimensione astratta dove la percezione è veicolata dalla frammentarietà della visione.
Si trovano scorci in cui la figura umana appare costretta in superfici spigolose e inospitali, in cui la tridimensionalità sembra svanire, l'orientamento pare compromesso e gli individui perdono forma per ritrovarsi parte di un'allucinazione collettiva.

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