Colloquio di Lavoro
La parte narrativa, improvvisata in presa diretta, ha carattere non esplicativo ma d’alienazione. La struttura surreale del discorso, stile teatro dell’assurdo, porta avanti un botta e risposta del come dovrebbe essere il colloquio vero. Non esiste sana competizione, solo un produrre continuo. Nell’era della comunicazione veloce c’è la ricerca estenuante di un posto possibilmente fisso, un voler donar tempo non alla propria produttività ma a quella di una corporazione, un lento suicidio intermittente, come le immagini d’apertura, prima d’innescare la bomba.
La narrazione procede in un continuum quasi a-spaziale, nel senso che nessuno parla con nessuno ma semplicemente con qualche “io” interno che partecipa come dissidente alla realtà. Mentre il dialogo procede in questa fluidità anomale, il video cambia le sembianze dell’ambiente, proiettando la descrizione delle parole, una serie di deflagrazioni, la bomba che esplode, il lavoro che inizia, “un team che si odia” per portare avanti il lavoro nel migliore dei modi.
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