Non ci mostriamo mai in maniera identica a persone diverse.L’immagine di noi che proiettiamo sull’altro rimbalza indietro su noi e ci racconta chi siamo in un preciso momento.Dobbiamo troppo alla visione degli altri per poterne fare a meno.Non siamo dunque noi i padroni della consapevolezza di noi stessi.Fin tanto che il gioco dei racconti regge non sembriamo far nascere problemi di identificazione.Tutto scorre tranquillo.apparentemente.Nel momento in cui però si incrina il meccanismo automatizzato della sedimentazione delle prospettive altrui,assurge con preponderanza il nostro io.Cadono le certezze,il gioco dell’accumulo di punti di vista si polverizza inesorabilmente.Costruzioni di personalità ridotte in cenere.Polvere di parole,di giudizi,di intuizioni,che riguardano noi nel nostro modo di rapportarci agli altri.Abbiamo bisogno di un moto deflagrante che ci costringa a tenere in mano della cenere.Perché è solo dopo la decostruzione che si può sorgere con un nuovo inizio.Cenere che purifica.cenere che è Base per la venuta di altro,morte che permette la vita.La cenere in fin dei conti è solo un passaggio di stato.E’ andata dunque in cenere la messa in valore delle maschere e della personalità composita?
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celeste,
Commenti 2
(PS se posso dare un consiglio, migliora le foto dei tuoi lavori, non li valorizzano)
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