Hope is the last to die

Siamo in movimento. In salita, in ascesa, in avanti, fermi sul posto nonostante gli sforzi. Davanti a noi c'è qualcosa per cui vale la pena provare. Senza arrendersi. Due video scorrono sullo stesso schermo affiancati: l'ombra della cabina della funivia dell' Etna che sale con ritmo costante, cambia il fondo ma l'ombra prosegue come una lente di ingrandimento sui dettagli e una donna corre sul tapis roulant della palestra. L'espressione è come incantata su qualcosa che vede “oltre”. Man mano lo sguardo sempre più intenso, non sofferente ma come se tenesse duro con coraggio ma sapendo di farcela. . Il suono è alternato. Si passa dal suono amplificato della funivia, ritmico, lento, costante, al suono della musica che la donna sente in cuffia: Changes di David Bowie. L'attrito che si crea tra la serietà del suono della funivia piuttosto cupo e legato ad un'immagine di natura in esterno, e il pezzo di Bowie legato ad un'immagine più costruita e asettica in interno, è quasi comico. Da un lato una spinta a resistere e dall'altro al limite di una folle ossessione.

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