Dalle macerie di un ambiente e di un sistema sociale, provengono materiali da riadattare, reimpiegare e riciclare, con l'obiettivo di porre le basi per un nuovo sistema. Dopo la fine, per sopravvivere, indispensabile è saper convivere e far convivere ciò che resta; individuare l'utilità di ogni oggetto e situazione, creando connessioni inedite e propulsive tra ambiti differenti. Il primo campo nel quale applicare questo nuovo modo di essere e pensare il reale è l'architettura, per la primaria necessità di ricreare edifici nei quali vivere dopo la catastrofe. Castelli innestati con lucenti condutture di fabbriche, torri di guardia ricavate da ciminiere di centrali nucleari, fortezze gotiche inglobate in fabbricati di vetro e acciaio; quella che si delinea è un'architettura basata sul reimpiego, sul riciclaggio del passato, del precedente, un'architettura parassitaria nella quale ad un corpo principale si aggrappano, in simbiosi, presenze esterne
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celeste,
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