Transit/Il rito del passaggio
Questo è un viaggio nell’impossibile, nell’ignoto. Per sempre immaginato e senza giusta destinazione.
La morte è la fine “il non è” il “non essere” oppure è un transit verso una nuova esistenza.
Attraversare una soglia. La porta del confine.
Riaprire gli occhi percependosi in nuova forma, perdere forse il corpo, lo spazio e il tempo ritrovandosi nel luogo sconosciuto. Smarriti, soli ma ancora vivi. Si proverebbe paura o libertà?
Il paesaggio ai nostri occhi si presenterebbe come isole d’ombra o sentieri luminosi?
Il “fine” lo lascio sognare a quel perverso harem della vostra mente, vi offro il “mezzo”.
Non si sa dove potrà condurre l’una o l’altra strada, perché la scelta c’è ma è qualcos’altro il caos, il destino, l’alieno che guida l’uomo come l’Alice di Carroll che sceglie di mangiare quel biscotto o di bere quell’intruglio o di seguire quel sentiero ma senza mai sapere cosa gli accadrà veramente. Questo è un gioco senza regole e il senso è ignoto al giocatore.
Ogni nostro cercare è senza scopo.
E’arrivata l’ora del tè dal Cappellaio…
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