71°10'21''N Settantuno gradi Nord, 10 minuti, 21 secondi

71°10'21''N Settantuno gradi Nord, 10 minuti, 21 secondi

71 gradi Nord, 10 minuti e 21 secondi, sono le coordinate della latitudine di Capo Nord, in Norvegia, uno dei punti estremi dell’Europa e lo stesso dal quale nel lontano 1998 scattai alcune fotografie, rigorosamente analogiche in bianco e nero. In realtà il promontorio di Knivskjellodden, visibile in una delle fotografie e situato sulla punta Nord dell’isola di Magerøya, costituisce il vero punto estremo settentrionale, ma spesso i turisti non sono a conoscenza di questo aspetto, come del resto non lo ero io.

In poche parole, il punto di ripresa costituiva nella mia mente l’estremità del continente. La ricerca di luoghi essenziali ed eccessivi nello spazio si accostava al mio interesse per una fotografia fortemente contrastata, ispirata ai paesaggi e alla fotografia del regista svedese Ingmar Bergman.

Il paesaggio come elemento di confronto si fonde, a distanza di tempo, con immagini digitali, realizzate in autoscatto, e sovrapposte attraverso l’elaborazione digitale. Successivamente intervengono ulteriori elementi, tramite acqua e oggetti, i quali ri-fotografati si vanno a stratificare sull’immagine originaria.

Nell’ambito della tematica “La natura ama nascondersi”, per l’edizione del Circuito OFF di Fotografia Europea 2024, come autrice intendo proprorre una riflessione sull’evoluzione delle tecniche fotografiche e le possibilità di elaborazione digitale che pongono in essere orizzonti e domande sul ruolo della fotografia. Questa serie vuole porsi come manifestazione di un percorso personale, condensando in una sola immagine, scelte e sperimentazioni realizzate in più di vent’anni, anche se realizzabili in pochi minuti con le tecnologie di oggi, se non per il viaggio, il quale richiede ancora tempi “analogici”, anche se sempre più rapidi.

I diversi livelli del tempo e gli esiti di un percorso personale, come le diverse esperienze che lo portano a svolgersi restano forse uno dei maggiori aspetti di specificità umana della fotografia, la quale, sebbene soggetta storicamente al cambiamento, rimane testimone e occasione di scoperta dell’esperienza.

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