Mostra: “DIETRO IL VESTITO IL SEGNO DELL'ANIMA” (replica)
Avete mai immaginato un quadro di natura morta in che cosa possa distinguersi rispetto alla visione di una mela colta da un albero?
Se ci provaste, auspicabilmente realizzereste determinate considerazioni che porrebbero una distinzione drastica tra il quadro e la realtà, tuttavia in quanti si soffermerebbero a contemplare la vita che alberga in quella mela appena colta?
Desidero accompagnarvi per mano tra le emozioni giacenti in questi dipinti, donandovi occhi giovani e pronti ad un approccio profondo che possa lasciarvi molto più di un'immagine, magari poco più di un sogno affascinante.
Partiamo dal presupposto che un quadro, in questo caso si sviluppa in una dimensione precisa, la terza e che la realtà che osserviamo è posta nella quarta.
Esiste un "tramite" per legare le essenze di un quadro con la realtà.
È la quinta dimensione.
In quel piano di coscienza, la mente si eleva a percezione nutrendosi dei significati che dimorano in tutte le cose che osserva.
È la capacità di fermare il tempo della vita e cogliere l'infinito che vi riposa dentro.
È quel sospiro di beatitudine che si libera nel momento in cui si discopre la grandezza nelle piccole cose e si esclama "ma certo, è così!"
Ecco che un quadro di natura morta in terza dimensione per un attimo ci rapisce e nella contemplazione vi entriamo dentro, pare lì davanti a noi e sembra essere in quarta dimensione a tratti, quando d'improvviso cogliamo il messaggio intimo del suo artista e tutto si completa, il cerchio si chiude e voi siete lì dentro, parte del tutto.
Ecco, ora desidero svelarvi l'ingegnosa escamotage adottata da Alfonso, per esprimere la profondità delle sue vibranti realizzazioni, in occasione di questa nuova serie di capolavori.
Avete notato tutti lo sfondo fisso che offre la base per la deposizione del segno creativo di Alfonso.
Ora immaginate di cercare un senso di funzionalità.
Se voi aveste un phone, non lo attacchereste alla corrente?
Se vi foste preparati per un esame, non ricorrereste a tutto il vostro genio per darlo?
E se Dio avesse realizzato un corpo, non vi soffierebbe dentro la vita?
Forse Alfonso ha voluto solo testimoniare che tutto è a nostra disposizione e può cambiare davvero attraverso la nostra intima, vera, autentica impronta.
Soltanto essa può determinare ciò che può renderci felici di essere vivi, in un mondo che chiede di essere vissuto, per davvero.
Stefano Nieddu - Scrittore
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