Riflessi nell'infinito
Dico la verità,quando vengono poste alla mia attenzione di Critico, opere di questa straordinaria bellezza, che a mio avviso riescono ad irradiare col loro fascino, uno spettacolare pathos cromo- emotivo, mi perdo estasiato,nella loro contemplazione-Procediamo però con ordine:
Il dipinto ha come titolo: ” Riflessi nell’Infinito “, è un olio su tela a trama sottile e viene illustrato in un’area di cm 70 x 120-L’autrice di questa meravigliosa opera, è Nancy Avellina da Acireale, grande Interprete del colore. L’opera potrebbe essere suddivisa in sue sezioni professionalmente simmetriche, vale a dire, che l’Autrice ha pensato bene di riflettere una metà del dipinto, per cui viene osservato un pregevole riflesso. Infatti i Soggetti equini , farciti dagli altri elementi fisici costitutivi dell’opera, giostrano sul riflesso a specchio, che danno origine all’iconografia soggettiva globale. L’ ” Avellina”, ha frequentato l’Accademia e proprio in questa sua artistica elaborazione, mette a profitto lo studio e l’esperienza di Artista del colore. Voglio rivelarvi cosa intendo: L’antico mondo ellenico, specialmente nell’architettura e nella costruzione dei Templi, usava dei progetti a riflesso, cioè utilizzava la stessa composizione architettonica, sia sulla parte destra che su quella sinistra ed anche nei famosi capitelli che stavano alla base delle colonne, si notavano le stesse sculture ornamentali, diciamo rovesciate. Questo contesto dell’arte, venne poi abbracciato,da altre civiltà come quella Egizia, Fenicia ed infine quella Latina. Quindi a ragion veduta, possiamo dedurre che l’opera: “ Riflessi nell’infinito “,ha una componente o derivazione di matrice greca –Detto questo,passiamo all’analisi vera e propria dell’opera:
Nell’insieme la composizione viene fortemente illuminata, quasi come una percezione di una predisposizione onirica, in parole povere, una scena da sogno ed infatti il flusso luminoso, ci riporta per associazione di idee, ai dipinti del grande Poeta della luce, l’Impressionista francese Claude Monet, un vero maestro nell’arte del dosaggio della luce. Seguendo la scia di questo grande Interprete del colore,con “ Riflessi nell’infinito “, Nancy Avellina da Acireale, tenta un fortuito parallelismo, creando un’opera, dal contenuto o messaggio universale,tutto da decifrare, in una chiave artistica elegantemente raffinata. Traendo come sopra menzionato le primordiali radici artistiche elleniche, forgia nell’opera una prospettiva infinita, che supera i concetti del tempo, superando lo spazio razionale nei limiti dell’ impossibile, fino a toccare le basi dell’assurdo e simulando un’arrestabile profondità di campo, che va oltre l’orizzonte, fino a raggiungere metaforicamente la soglia del Divino. La scenografia,viene illustrata con un aspetto tropicale, il paradiso della natura per intenderci e lo confermano i due isolotti con le palme, mentre il sole disposto a raggiera, sembra dominare con la sua presenza panteistica, sul creato sottostante- Un aere in cui si percepisce una elaborata traccia segnica, con gradazioni di tonalità, che vanno dal celestino chiaro ad un azzurro contenuto e superbamente intenso, rende spettacolare l’iconografia,che va a perdersi in un’immensità arcana ed infinita, le quali danno il titolo all’opera. Si percepisce dal movimento delle palme, la presenza di una corrente eolica, che rende le campiture cromaticamente euforiche e suggestive, le quali offrono l’interpretazione di un linguaggio vegetale naturale. Un’altro fattore da prendere in considerazione sono le sfumature magistrali e nello stesso tempo intelligenti, che tentano di primeggiare sulla distesa marina, per poi fondersi o dando l’impressione di farlo, in un corpo unico con la terraferma-Veniamo dunque ai soggetti equini illustrati: i cavalli col manto marroncino in primo piano, sembrano riverire con un’ inchino allo spettacolo naturale che hanno davanti, anche per indicare la loro libertà limitata, in quanto da sempre al servizio dell’uomo, mentre gli altri due esemplari bianchi superiori, appaiono in un’euforica danza, probabilmente per averla conquistata e quindi dal loro aspetto viene rivelato una totale indipendenza,mentre le nuvole nel cielo, sembrano partecipare alla loro manifesta gioia. Un’ ultimo accorgimento possiamo notarlo nella campitura inferiore sulla distesa marina, in cui il mare sulla superficie, va a formare la sagoma di un cuore, con all’interno degli occhi, che si interpone tra i due cavalli col manto marroncino: Questo sta ad indicare,che anche gli animali sanno amare e probabilmente tra i due esemplari, potrebbe essere presente un’intesa d’amore, quello che manca alla dimensione umana, che invece sta distruggendo la natura,quindi a ragion veduta, questo contesto rappresenta un monito all’Uomo,che deve imparare dal mondo animale. Per concludere ringraziamo l’Autrice di questa spettacolare opera, da cui possiamo trarre copiosi insegnamenti pittorici ed alla quale siamo onorati di conferire il seguente premio della critica, per gli alti meriti artistici,che fanno di lei, una grande interprete del colore Made in Italy.
Pasquale Solano Premiato Critico Opinionista
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