(S)velami
I lavori sono a grandezza naturale, il legno è spesso 8 mm e sotto ogni sagoma ha una base a forma di L, in modo da permettere una maggiore stabilità della sagoma, tranne per la prima, posta in primo piano, che, per l’immagine che rappresenta, non è stato possibile metterla e quindi, in sua sostituzione, sono stati posti dei gommini bianchi di 25 mm. Dietro ad ogni sagoma è stata installata un’asse verticale, per far si che il legno non s’imbarchi, e un’altra asta di legno parallela alla prima, collegate con una cerniera a mo’ di cavalletto, per reggere in piedi la figura. I soggetti sono stati dipinti a olio. Il lavoro, progettato per un luogo buio, viene man mano svelato attraverso l’accensione dei faretti posti sotto ad ogni sagoma. Inizialmente è stato steso sul pavimento un telo di lycra bianco elasticizzato di dimensioni 4 m x 4 m sul quale porre le sagome. A partire dal fondo della sala, le sagome sono state disposte a ventaglio: a sinistra sono presenti quelle degli uomini, a destra quelle delle donne. La quinta, invece, poiché rappresenta due persone inginocchiate una difronte all'altro che si toccano con le mani, è posta al centro in primo piano. Tutto è accompagnato da una musica di sottofondo, avvolgente e suggestiva, tale da creare un’atmosfera calma e rilassante. L’intera installazione, particolare grazie alla staticità del legno contrapposta alla leggerezza e fluidità del velo, è stata studiata per suscitare nell'osservatore l’idea di trovarsi difronte a persone senza identità; in effetti le figure esposte non hanno un nome, un’identità, ma, permettono a chi li osserva di immedesimarsi in una di esse.
(S)velami si presenta come un invito a scoprire cosa si cela sotto il velo che copre i modelli, sia dal punto di vista metaforico, come il velo di Maya, sia nella sua concretezza.
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