Vitis Vinifera Vs Phylloxera Vastatrix#02

Vitis Vinifera Vs Phylloxera Vastatrix#02

Fotografia Digitale, Natura, Digitale, 50x70cm
. E. Planchon, C. V. Riley e T. V. Mundson A qualcuno dicono qualcosa? Qualcuno li conosce?
Forse no: ma senza di loro, oggi, non conosceremmo il VINO.
Senza di loro non avremmo le 700 varietà di vigne autoctone (considerando solo quelle italiane), le DOC, le DOCG, le IGT, e nemmeno i vini “da tavola”.
Senza di loro non esisterebbero gli abbinamenti vino-cibo, non avremmo le enoteche, le vinerie, i percorsi enogastronomici, le vie del vino. Nessuna cantina, nessuna azienda vinicola, non potrebbero esistere professionalità come quella del sommelier né, tantomeno, quella dell’enologo.
NIENTE DI NIENTE.
Il vino è prima di tutto una bevanda ottenuto da processi di coltivazione, studi, analisi e lavorazioni impegnativi e importanti ma rappresenta , oggi, oltre che un tassello della nostra alimentazione, anche un pezzo della nostra identità, della nostra cultura, delle nostre abitudini.
Eppure, in un’epoca neanche tanto lontana, lo sconfinato mondo del vino ha rischiato di scomparire e così, poesie come “San Martino” (con il suo ribollire dei tini) non sarebbero mai state scritte; canzoni come “Lambrusco e Pop Corn” non sarebbero mai state composte e cantate; quadri come “La bottiglia di vino” di Picasso non sarebbero stati dipinti; gruppi scultorei come la “Fontana del vino” di Salvatore Fiume non sarebbero stati creati .
Anche lo stesso sacramento della “Comunione” nella religione cristiana cattolica, non potrebbe esistere o essere quello che è.
E quelle che ho citato sono solo alcune delle cose che non esisterebbero se il mondo del vino avesse cessato di esistere.
Perché dovrebbero mai essersi conosciuti, quindi, un botanico francese, un entomologo ed un orticoltore americani (perché questo è quello che sono questi 3 uomini)? Qual è il loro merito? Perché senza di loro l’immenso mondo del vino non sarebbe esistito? Ve lo starete chiedendo.
E vi rispondo.
Perché tra la metà e la fine dell’800, la Phylloxera Vastatrix, un parassita della vite proveniente dagli Stati Uniti d’America, attaccò e distrusse l’85% del patrimonio vitivinicolo europeo.
Dopo attenti studi, questi tre signori, capirono che la Phylloxera, negli Stati Uniti, colpiva le piante della vite, mentre in Europa attaccava le radici (piede franco): da qui l’idea di innestare le piante dei vitigni europei su dei portainnesti americani (piede americano).

Fu quindi grazie agli studi e all’intuito di questi tre “supereroi” dell’epoca che la minaccia della distruzione completa dei vitigni e la scomparsa del “mondo del vino” e di tutto ciò che da esso è nato o che a esso si è ispirato, sono state debellate.

E’ grazie a loro che, ancora oggi si producono, nel mondo, milioni di ettolitri di vino.

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