MESSAGGIO D'AMORE
Questa mia creazione artistica nasce dal profondo desiderio di sensibilizzare i giovani sull'HIV, un virus che purtroppo è ancora una realtà con cui convivere. Nonostante i progressi nel trattamento, l'HIV non è stato sconfitto e il suo controllo si ottiene solo con terapie che, pur non risolvendo definitivamente il problema, permettono di condurre una vita normale. La mia opera vuole far riflettere su questa realtà, per evitare che venga dimenticata e sottovalutata. Questa creazione è il risultato di un atto d'amore. Non solo verso l'arte, ma anche verso la vita e verso tutti coloro che, come me, lottano con una condizione difficile e spesso invisibile. Ma questa rivelazione artistica è stata anche dolorosa, perché mi ha messo di fronte a una realtà ben più amara: l'ignoranza e la paura sociale che mi hanno portato a subire rifiuti e distacchi da persone che pensavo fossero sincere. Gli amici, che avevano condiviso con me momenti di allegria e risate, sono improvvisamente scomparsi, senza un motivo chiaro. Un silenzio che fa male, che mi ha isolato, e mi ha fatto rendere conto di quanto sia radicata, anche nel 2024, la paura ingiustificata nei confronti di chi è diverso. Nonostante il sostegno e l'amore del mio compagno, che è sano e mi ama profondamente, la solitudine mi avvolge quando lui non c'è. E in questi momenti, mi trovo a confrontarmi con una realtà che mi ferisce: quella di essere considerato un "appestato", solo perché ho avuto il coraggio di fare una scelta difficile, quella di affrontare un tema scomodo e di mostrare la mia verità.
Questo sentimento di emarginazione è un grande handicap, una ferita che a volte mi fa piangere, che mi lascia una triste consapevolezza. Ho anche pensato, in alcuni momenti di solitudine e sofferenza, che forse l’aver creato quest’opera fosse stato un errore. Ma poi ho realizzato che non è un errore. È una verità che urla silenziosamente e che merita di essere ascoltata. Questa opera non è disgustosa, né mostruosa: è un atto di coraggio. Una dichiarazione che ha il potere di scuotere, di far riflettere. L’arte non deve accontentarsi di essere gradevole o facilmente comprensibile: deve sconvolgere, deve far riflettere, deve lottare contro l'ignoranza. E sì, la reazione di paura è un segno che questa opera ha il potere di provocare un cambiamento. Il rischio? Nessuno. Per chi si preoccupa della sicurezza, posso garantire che il virus, a contatto con l'aria, muore in pochi secondi. Il sangue è stato trattato con un fissativo che lo rende completamente innocuo. Non c’è pericolo. È solo una reazione alla paura dell'ignoto, alla paura di ciò che non si comprende. E questa paura è, come spesso accade, l'ignoranza che frena il progresso. Mi chiedo: ho esagerato per farmi sentire dai giovani? Forse. Ma spero che ricordino di me per il coraggio di affrontare un tema difficile, per il coraggio di espormi pubblicamente. La mia speranza è che la mia opera possa servire a far riflettere, a evitare che i giovani ripetano gli stessi errori di ingenua disattenzione che ho commesso io, ignorando la pericolosità di un virus che, purtroppo, non è stato sconfitto. Voglio che questa opera sia un segno di cambiamento, un catalizzatore per una maggiore consapevolezza. Un messaggio che va oltre la paura e l'ignoranza, e che invita a riflettere. Questa opera non è solo arte: è un grido di verità. Ho cercato di esporre la mia opera in diverse gallerie, anche in città come Roma, rivolgendomi a spazi prestigiosi e rinomati. Purtroppo, nonostante le porte inizialmente sembrassero aperte, ho ricevuto solo rifiuti. È frustrante vedere che l'arte, quando sfida le convenzioni e affronta tematiche scomode, venga troppo spesso respinta. Tuttavia, non mi arrendo: credo fermamente che l'arte debba essere un veicolo di cambiamento, e che solo attraverso la sensibilizzazione e l’apertura mentale possiamo vincere contro l'ignoranza. La mia opera ha un messaggio potente, e continuerò a lottare affinché venga ascoltato, perché so che, alla fine, l'arte riuscirà a prevalere.
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