Pensiero ed elaborazione. Stanze e neuroni specchio, dove un bioprocessore oscilla come un metronomo, impazzito, nevrotico, disallineato. La produzione di un risultato è solo l'illusione, il riempimento di un vuoto spazio-temporale tra l'età dell'istinto e la morte. Il fastidio ottico dei tasselli che non si incastrano perfettamente, produce, elabora, proietta, influenza e allontana tutto e tutti. L'uomo, il fardello del corpo, il tentativo di conformarsi, di fare bene, di sapere cosa fare, di distinguere bene e male, bianco e nero, sono solo sciocchi retaggi dell'inganno storico-estetico. In fondo l'osservatore influenza l'osservato e una proiezione quantistica ricorda che il Tutto vede ma è l'uomo che ordina nell'errore della programmazione culturale. Niente è lineare, tutto è ciclico in un divenire ellittico, che ingloba nuovi e ingombranti tasselli, in un vecchio gioco di dominazione culturale.
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celeste,
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