Shades and lights - Temporary solitudes
La foto fa parte della raccolta "Temporanee solitudini”. Non siamo mai soli. Anche quando questa condizione ci appare inequivocabilmente palese. Condividiamo la quotidianità con chi ci è accanto, attraverso pensieri, gesti, emozioni perché la natura umana ci spinge alla socialità ma, soprattutto perché, per una superiore legge spirituale, siamo tutti collegati gli uni agli altri, siamo Uno. Abbiamo una visione più o meno consolidata della nostra realtà materiale ma, spesso, non siamo a conoscenza della nostra intima natura spiritua-e, o peggio, la neghiamo. Il nostro percorso terreno ci invita in ogni istante ad un cammino evolutivo di consapevolezza di noi stessi: è un viaggio interiore che può iniziare in qualsiasi momento e in ogni luogo, con una visione, una parola, un suono che ci risvegli dal torpore. Energie invisibili si attivano affinché ciò avvenga, ma dobbiamo creare noi l’apertura necessaria. È nella solitudine meditativa che creiamo i presupposti perché questo risveglio avvenga e si trasformi in un divenire concreto. Ho immaginato che i protagonisti di questi scatti, immersi nel loro solita-rio cammino, potessero avere quel contatto con sé stessi, preludio ad una scoperta interiore profonda. Ho immaginato che avessero creato un momento di solitudine, proprio per cercare risposte alle pressanti domande interiori, quelle domande che, prima o poi, si presentano al nostro cospetto. Ho immaginato che le loro temporanee solitudini avessero attivato quella scintilla illuminante che avrebbe dato alle loro esistenze una visione più chiara e autentica di loro stessi. È meditando su questi possibili “miracoli” della quotidianità che ho scattato queste fotografie, cercando un intimo legame con ognuno degli ignari soggetti di questa raccolta, accompagnato consapevolmente dalla mia temporanea solitudine.
The shepherd’s son - Temporary solitudes
La foto fa parte della raccolta "Temporanee solitudini”. Non siamo mai soli. Anche quando questa condizione ci appare inequivocabilmente palese. Condividiamo la quotidianità con chi ci è accanto, attraverso pensieri, gesti, emozioni perché la natura umana ci spinge alla socialità ma, soprattutto perché, per una superiore legge spirituale, siamo tutti collegati gli uni agli altri, siamo Uno. Abbiamo una visione più o meno consolidata della nostra realtà materiale ma, spesso, non siamo a conoscenza della nostra intima natura spiritua-e, o peggio, la neghiamo. Il nostro percorso terreno ci invita in ogni istante ad un cammino evolutivo di consapevolezza di noi stessi: è un viaggio interiore che può iniziare in qualsiasi momento e in ogni luogo, con una visione, una parola, un suono che ci risvegli dal torpore. Energie invisibili si attivano affinché ciò avvenga, ma dobbiamo creare noi l’apertura necessaria. È nella solitudine meditativa che creiamo i presupposti perché questo risveglio avvenga e si trasformi in un divenire concreto. Ho immaginato che i protagonisti di questi scatti, immersi nel loro solita-rio cammino, potessero avere quel contatto con sé stessi, preludio ad una scoperta interiore profonda. Ho immaginato che avessero creato un momento di solitudine, proprio per cercare risposte alle pressanti domande interiori, quelle domande che, prima o poi, si presentano al nostro cospetto. Ho immaginato che le loro temporanee solitudini avessero attivato quella scintilla illuminante che avrebbe dato alle loro esistenze una visione più chiara e autentica di loro stessi. È meditando su questi possibili “miracoli” della quotidianità che ho scattato queste fotografie, cercando un intimo legame con ognuno degli ignari soggetti di questa raccolta, accompagnato consapevolmente dalla mia temporanea solitudine.
Ninth floor, stairs B - Temporary solitudes
La foto fa parte della raccolta "Temporanee solitudini”. Non siamo mai soli. Anche quando questa condizione ci appare inequivocabilmente palese. Condividiamo la quotidianità con chi ci è accanto, attraverso pensieri, gesti, emozioni perché la natura umana ci spinge alla socialità ma, soprattutto perché, per una superiore legge spirituale, siamo tutti collegati gli uni agli altri, siamo Uno. Abbiamo una visione più o meno consolidata della nostra realtà materiale ma, spesso, non siamo a conoscenza della nostra intima natura spiritua-e, o peggio, la neghiamo. Il nostro percorso terreno ci invita in ogni istante ad un cammino evolutivo di consapevolezza di noi stessi: è un viaggio interiore che può iniziare in qualsiasi momento e in ogni luogo, con una visione, una parola, un suono che ci risvegli dal torpore. Energie invisibili si attivano affinché ciò avvenga, ma dobbiamo creare noi l’apertura necessaria. È nella solitudine meditativa che creiamo i presupposti perché questo risveglio avvenga e si trasformi in un divenire concreto. Ho immaginato che i protagonisti di questi scatti, immersi nel loro solita-rio cammino, potessero avere quel contatto con sé stessi, preludio ad una scoperta interiore profonda. Ho immaginato che avessero creato un momento di solitudine, proprio per cercare risposte alle pressanti domande interiori, quelle domande che, prima o poi, si presentano al nostro cospetto. Ho immaginato che le loro temporanee solitudini avessero attivato quella scintilla illuminante che avrebbe dato alle loro esistenze una visione più chiara e autentica di loro stessi. È meditando su questi possibili “miracoli” della quotidianità che ho scattato queste fotografie, cercando un intimo legame con ognuno degli ignari soggetti di questa raccolta, accompagnato consapevolmente dalla mia temporanea solitudine.
Sitting - Temporary solitudes
La foto fa parte della raccolta "Temporanee solitudini". Non siamo mai soli. Anche quando questa condizione ci appare inequivocabilmente palese. Condividiamo la quotidianità con chi ci è accanto, attraverso pensieri, gesti, emozioni perché la natura umana ci spinge alla socialità ma, soprattutto perché, per una superiore legge spirituale, siamo tutti collegati gli uni agli altri, siamo Uno. Abbiamo una visione più o meno consolidata della nostra realtà materiale ma, spesso, non siamo a conoscenza della nostra intima natura spirituale, o peggio, la neghiamo. Il nostro percorso terreno ci invita in ogni istante ad un cammino evolutivo di consapevolezza di noi stessi: è un viaggio interiore che può iniziare in qualsiasi momento e in ogni luogo, con una visione, una parola, un suono che ci risvegli dal torpore. Energie invisibili si attivano affinché ciò avvenga, ma dobbiamo creare noi l’apertura necessaria. È nella solitudine meditativa che creiamo i presupposti perché questo risveglio avvenga e si trasformi in un divenire concreto. Ho immaginato che i protagonisti di questi scatti, immersi nel loro solita-rio cammino, potessero avere quel contatto con sé stessi, preludio ad una scoperta interiore profonda. Ho immaginato che avessero creato un momento di solitudine, proprio per cercare risposte alle pressanti domande interiori, quelle domande che, prima o poi, si presentano al nostro cospetto. Ho immaginato che le loro temporanee solitudini avessero attivato quella scintilla illuminante che avrebbe dato alle loro esistenze una visione più chiara e autentica di loro stessi. È meditando su questi possibili “miracoli” della quotidianità che ho scattato queste fotografie, cercando un intimo legame con ognuno degli ignari soggetti di questa raccolta, accompagnato consapevolmente dalla mia temporanea solitudine.
Crossing the rain - Temporary solitudes
La foto fa parte della raccolta "Temporanee solitudini”. Non siamo mai soli. Anche quando questa condizione ci appare inequivocabilmente palese. Condividiamo la quotidianità con chi ci è accanto, attraverso pensieri, gesti, emozioni perché la natura umana ci spinge alla socialità ma, soprattutto perché, per una superiore legge spirituale, siamo tutti collegati gli uni agli altri, siamo Uno. Abbiamo una visione più o meno consolidata della nostra realtà materiale ma, spesso, non siamo a conoscenza della nostra intima natura spiritua-e, o peggio, la neghiamo. Il nostro percorso terreno ci invita in ogni istante ad un cammino evolutivo di consapevolezza di noi stessi: è un viaggio interiore che può iniziare in qualsiasi momento e in ogni luogo, con una visione, una parola, un suono che ci risvegli dal torpore. Energie invisibili si attivano affinché ciò avvenga, ma dobbiamo creare noi l’apertura necessaria. È nella solitudine meditativa che creiamo i presupposti perché questo risveglio avvenga e si trasformi in un divenire concreto. Ho immaginato che i protagonisti di questi scatti, immersi nel loro solita-rio cammino, potessero avere quel contatto con sé stessi, preludio ad una scoperta interiore profonda. Ho immaginato che avessero creato un momento di solitudine, proprio per cercare risposte alle pressanti domande interiori, quelle domande che, prima o poi, si presentano al nostro cospetto. Ho immaginato che le loro temporanee solitudini avessero attivato quella scintilla illuminante che avrebbe dato alle loro esistenze una visione più chiara e autentica di loro stessi. È meditando su questi possibili “miracoli” della quotidianità che ho scattato queste fotografie, cercando un intimo legame con ognuno degli ignari soggetti di questa raccolta, accompagnato consapevolmente dalla mia temporanea solitudine.
Embroidery - Temporary solitudes
La foto fa parte della raccolta "Temporanee solitudini”. Non siamo mai soli. Anche quando questa condizione ci appare inequivocabilmente palese. Condividiamo la quotidianità con chi ci è accanto, attraverso pensieri, gesti, emozioni perché la natura umana ci spinge alla socialità ma, soprattutto perché, per una superiore legge spirituale, siamo tutti collegati gli uni agli altri, siamo Uno. Abbiamo una visione più o meno consolidata della nostra realtà materiale ma, spesso, non siamo a conoscenza della nostra intima natura spiritua-e, o peggio, la neghiamo. Il nostro percorso terreno ci invita in ogni istante ad un cammino evolutivo di consapevolezza di noi stessi: è un viaggio interiore che può iniziare in qualsiasi momento e in ogni luogo, con una visione, una parola, un suono che ci risvegli dal torpore. Energie invisibili si attivano affinché ciò avvenga, ma dobbiamo creare noi l’apertura necessaria. È nella solitudine meditativa che creiamo i presupposti perché questo risveglio avvenga e si trasformi in un divenire concreto. Ho immaginato che i protagonisti di questi scatti, immersi nel loro solita-rio cammino, potessero avere quel contatto con sé stessi, preludio ad una scoperta interiore profonda. Ho immaginato che avessero creato un momento di solitudine, proprio per cercare risposte alle pressanti domande interiori, quelle domande che, prima o poi, si presentano al nostro cospetto. Ho immaginato che le loro temporanee solitudini avessero attivato quella scintilla illuminante che avrebbe dato alle loro esistenze una visione più chiara e autentica di loro stessi. È meditando su questi possibili “miracoli” della quotidianità che ho scattato queste fotografie, cercando un intimo legame con ognuno degli ignari soggetti di questa raccolta, accompagnato consapevolmente dalla mia temporanea solitudine.
Under construction - Temporary solitudes
La foto fa parte della raccolta "Temporanee solitudini”. Non siamo mai soli. Anche quando questa condizione ci appare inequivocabilmente palese. Condividiamo la quotidianità con chi ci è accanto, attraverso pensieri, gesti, emozioni perché la natura umana ci spinge alla socialità ma, soprattutto perché, per una superiore legge spirituale, siamo tutti collegati gli uni agli altri, siamo Uno. Abbiamo una visione più o meno consolidata della nostra realtà materiale ma, spesso, non siamo a conoscenza della nostra intima natura spiritua-e, o peggio, la neghiamo. Il nostro percorso terreno ci invita in ogni istante ad un cammino evolutivo di consapevolezza di noi stessi: è un viaggio interiore che può iniziare in qualsiasi momento e in ogni luogo, con una visione, una parola, un suono che ci risvegli dal torpore. Energie invisibili si attivano affinché ciò avvenga, ma dobbiamo creare noi l’apertura necessaria. È nella solitudine meditativa che creiamo i presupposti perché questo risveglio avvenga e si trasformi in un divenire concreto. Ho immaginato che i protagonisti di questi scatti, immersi nel loro solita-rio cammino, potessero avere quel contatto con sé stessi, preludio ad una scoperta interiore profonda. Ho immaginato che avessero creato un momento di solitudine, proprio per cercare risposte alle pressanti domande interiori, quelle domande che, prima o poi, si presentano al nostro cospetto. Ho immaginato che le loro temporanee solitudini avessero attivato quella scintilla illuminante che avrebbe dato alle loro esistenze una visione più chiara e autentica di loro stessi. È meditando su questi possibili “miracoli” della quotidianità che ho scattato queste fotografie, cercando un intimo legame con ognuno degli ignari soggetti di questa raccolta, accompagnato consapevolmente dalla mia temporanea solitudine.
Impressions of November - Temporary solitudes
La foto fa parte della raccolta "Temporanee solitudini”. Non siamo mai soli. Anche quando questa condizione ci appare inequivocabilmente palese. Condividiamo la quotidianità con chi ci è accanto, attraverso pensieri, gesti, emozioni perché la natura umana ci spinge alla socialità ma, soprattutto perché, per una superiore legge spirituale, siamo tutti collegati gli uni agli altri, siamo Uno. Abbiamo una visione più o meno consolidata della nostra realtà materiale ma, spesso, non siamo a conoscenza della nostra intima natura spiritua-e, o peggio, la neghiamo. Il nostro percorso terreno ci invita in ogni istante ad un cammino evolutivo di consapevolezza di noi stessi: è un viaggio interiore che può iniziare in qualsiasi momento e in ogni luogo, con una visione, una parola, un suono che ci risvegli dal torpore. Energie invisibili si attivano affinché ciò avvenga, ma dobbiamo creare noi l’apertura necessaria. È nella solitudine meditativa che creiamo i presupposti perché questo risveglio avvenga e si trasformi in un divenire concreto. Ho immaginato che i protagonisti di questi scatti, immersi nel loro solita-rio cammino, potessero avere quel contatto con sé stessi, preludio ad una scoperta interiore profonda. Ho immaginato che avessero creato un momento di solitudine, proprio per cercare risposte alle pressanti domande interiori, quelle domande che, prima o poi, si presentano al nostro cospetto. Ho immaginato che le loro temporanee solitudini avessero attivato quella scintilla illuminante che avrebbe dato alle loro esistenze una visione più chiara e autentica di loro stessi. È meditando su questi possibili “miracoli” della quotidianità che ho scattato queste fotografie, cercando un intimo legame con ognuno degli ignari soggetti di questa raccolta, accompagnato consapevolmente dalla mia temporanea solitudine.
Rail of life - Temporary solitudes
La foto fa parte della raccolta "Temporanee solitudini”. Non siamo mai soli. Anche quando questa condizione ci appare inequivocabilmente palese. Condividiamo la quotidianità con chi ci è accanto, attraverso pensieri, gesti, emozioni perché la natura umana ci spinge alla socialità ma, soprattutto perché, per una superiore legge spirituale, siamo tutti collegati gli uni agli altri, siamo Uno. Abbiamo una visione più o meno consolidata della nostra realtà materiale ma, spesso, non siamo a conoscenza della nostra intima natura spiritua-e, o peggio, la neghiamo. Il nostro percorso terreno ci invita in ogni istante ad un cammino evolutivo di consapevolezza di noi stessi: è un viaggio interiore che può iniziare in qualsiasi momento e in ogni luogo, con una visione, una parola, un suono che ci risvegli dal torpore. Energie invisibili si attivano affinché ciò avvenga, ma dobbiamo creare noi l’apertura necessaria. È nella solitudine meditativa che creiamo i presupposti perché questo risveglio avvenga e si trasformi in un divenire concreto. Ho immaginato che i protagonisti di questi scatti, immersi nel loro solita-rio cammino, potessero avere quel contatto con sé stessi, preludio ad una scoperta interiore profonda. Ho immaginato che avessero creato un momento di solitudine, proprio per cercare risposte alle pressanti domande interiori, quelle domande che, prima o poi, si presentano al nostro cospetto. Ho immaginato che le loro temporanee solitudini avessero attivato quella scintilla illuminante che avrebbe dato alle loro esistenze una visione più chiara e autentica di loro stessi. È meditando su questi possibili “miracoli” della quotidianità che ho scattato queste fotografie, cercando un intimo legame con ognuno degli ignari soggetti di questa raccolta, accompagnato consapevolmente dalla mia temporanea solitudine.
My direction - Temporary solitudes
Non siamo mai soli.
Anche quando questa condizione ci appare inequivocabilmente palese. Condividiamo la quotidianità con chi ci è accanto, attraverso pensieri, gesti, emozioni perché la natura umana ci spinge alla socialità ma, soprattutto perché, per una superiore legge spirituale, siamo tutti collegati gli uni agli altri, siamo Uno.
Abbiamo una visione più o meno consolidata della nostra realtà materiale ma, spesso, non siamo a conoscenza della nostra intima natura spirituale, o peggio, la neghiamo.
Il nostro percorso terreno ci invita in ogni istante ad un cammino evolutivo di consapevolezza di noi stessi: è un viaggio interiore che può iniziare in qualsiasi momento e in ogni luogo, con una visione, una parola, un suono che ci risvegli dal torpore.
Energie invisibili si attivano affinché ciò avvenga, ma dobbiamo creare noi l’apertura necessaria.
È nella solitudine meditativa che creiamo i presupposti perché questo risveglio avvenga e si trasformi in un divenire concreto.
Ho immaginato che i protagonisti di questi scatti, immersi nel loro solitario cammino, potessero avere quel contatto con sé stessi, preludio ad una scoperta interiore profonda.
Ho immaginato che avessero creato un momento di solitudine, proprio per cercare risposte alle pressanti domande interiori, quelle domande che, prima o poi, si presentano al nostro cospetto.
Ho immaginato che le loro temporanee solitudini avessero attivato quella scintilla illuminante che avrebbe dato alle loro esistenze una visione più chiara e autentica di loro stessi.
È meditando su questi possibili “miracoli” della quotidianità che ho scattato queste fotografie, cercando un intimo legame con ognuno degli ignari soggetti di questa raccolta, accompagnato consapevolmente dalla mia temporanea solitudine.
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