ri-tratto n°8
I Ri-tratti di Giuliana Silvestrini raccontano di un processo, attingendo dalle profondità della memoria che libera con immediatezza i gesti reiterati, rappresentato da molteplici e fluide colature, da velature di gomma lacca, stratificazioni di cera solida e rimozioni a coltello. Una continua ricerca dell'equilibrio compositivo sempre teso al rappresentare l’immagine sedimentata (Guido D'Angelo, 2017)
Impronte I e II
Due mattoni affiancati mostrano sulla superficie di cemento e sabbia tracce, impronte di abiti in disuso intrisi di bitume. Un recuperare la presenza smarrita, attraverso abiti dismessi, una dichiarata impossibilità ad accettare la separazione. Le tracce lasciate dagli abiti, intesi come pelle, rappresentano le micro narrazioni silenti delle diverse identità; motivo già affrontato nell’opera, ”non posso farne a meno” del 2015 presso le Scuderie Aldobrandini di Frascati (RM).
un fotomontaggio dedicato al tempo, celebra per continuità l’antica pratica introspettiva dell’autoritratto dell’artista che ricerca la propria identità attraverso l’incontro, quasi una fusione, con la madre generatrice. Al contempo, mostra una riflessione critica sui condizionamenti delle relazioni familiari e sulle conseguenze relative allo sviluppo della propria identità. Chi sono io? Qual è la mia propria essenza? (Guido D'Angelo, 2017)
Ri-tratto 5
I “Ri-tratti” sono di legno trattato con gomma lacca che conferisce un effetto di luce, il colore è dato da mordenti con colorazioni che vanno dai rossi del mogano e del palissandro, al bruno del noce, ai neri caldi e profondi dell’ebano. Osservare un volto e meditare su di esso con la pittura come filtro è attraversarlo, seguire l'onda emozionale che ci rimanda, entrare nell'altro.
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