Masse

Masse

Pittura, Paesaggio, Figura umana, Erotico, Acrilico, 80x100x15cm
Assolati corpi pieni di vita, gonfi di gioia, di piacere, di attesa, compimento, e postumi, del piacere.
Masse di vitalità che a primavera si fa appena in tempo a immaginare.
Comincia ad alzarsi la temperatura, la pelle punzecchia fino alla superficie, il corpo non ha confini così definiti, né è completamente dilaniato, spodestato dal gelo. Non ha più bisogno dell’altro, per scaldarsi. Ora può cominciare ad averne voglia.
Le gambe camminano sfiorandosi, prive di strati di tessuti. Il movimento viene suonato dal venticello e i passi non danno che piacere.
No, non posso parlarti adesso, sarebbero i fiori a farlo, odorerebbero di promesse, starebbero ore ad aspettare quell’unico insetto che li farà realizzare, o quel vento, che differenza fa?
Sarebbero gli ormoni a parlare, proprio loro che non hanno niente da dire, eppure sanno bene dove andare, loro. Omoni giganteschi, infiniti, non abbracciabili, tanti, infiniti.
Siamo tutti così uguali per alcune cose. Gli ormoni hanno voci numerose, tante quanti sono.
Siamo tutti così diversi. Il silenzio è un’esplosione quasi indigesta di colori. A un pelo dalla gelatina del godimento che tutto sommerge e tutto cancella, perfino se stesso; lì fa abitare le sue masse Lopardo. Vincenzo e i piccoli miracoli. Masse gialle di piacere. A un pelo dal diventar godimento. Un soffio dal dolore. Una mano esperta di pittore.
Ecco cosa siamo: masse. Infilate in frigorifero, in attesa di lievitare a sufficienza per farci finalmente cuocere, fino a che, nel forno, la temperatura scotta, o fa un po’ male, oppure troppo male. Oppure semplicemente scende, lentamente, o all’improvviso.
Queste non sono cose che ci riguardano, ora siamo qui, il sole splende e, invece di andare al mare, si gode giallo.

Di Annalisa Piergallini

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