BORDERS

BORDERS

Un confine fisico ha per definizione due fronti. Dev’esserci, quantomeno a livello
teorico, un terzo luogo che occupa lo spazio tra i due fronti. Un luogo di mezzo
che unisce i due estremi.
Un confine è quindi composto da tre momenti. Con Borders l’artista si riappropria
di un linguaggio già utilizzato in precedenza stravolgendo però il contenuto. Le
immagini dei trittici non hanno alcuna valenza indicale. I titoli delle opere alludono
ad alcuni dei luoghi del pianeta più densamente trafficati dai flussi migratori.
Le immagini sono proposte unicamente per il loro valore evocativo rispetto al luogo
geografico indicato nel titolo.
Un riflessione quindi sullo status dell’immagine e della sua relazione con la parola
nonché sulle modalità con cui l’informazione mediatica oggi tratta proprio questi
temi.

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